Ifantria americana (Hyphantria cunea)

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Ifantria americana (Hyphantria cunea) - Indicazioni per infestazione

Data di pubblicazione:

29 Agosto 2024

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Hyphantria cunea è un lepidottero originario del Nord America, presente in Italia dall’inizio degli anni ’80 ed oggi ampiamente diffuso nell’intera Pianura Padana, ma anche in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Marche. Si tratta di una specie polifaga, con un’ampissima gamma di piante ospiti di interesse agrario e ornamentale. Tra quelle su cui l’insetto si sviluppa con maggiore frequenza (ospiti primari) ricordiamo l’acero negundo, il gelso, il noce, il pioppo bianco, il salice, il tiglio, il platano, il ciliegio. Su tali piante la femmina si riproduce senza difficoltà e depone le uova, pertanto esse risultano sempre colpite dall’ifantria.

Sono considerate invece ospiti secondari le piante su cui Hyphantria cunea non compie in genere la prima generazione, in quanto vengono utilizzate dall’insetto esclusivamente per concludere il ciclo. Tra esse figurano: acero campestre, frassino, ontano comune, nocciolo, biancospino e molte altre. Il danno è determinato dall’attività trofica delle larve, le quali si nutrono delle foglie provocando vistose defogliazioni.

Come si riconosce

L’adulto è una farfalla lunga 11-15 mm di colore bianco, oppure bianco punteggiato di nero. Gli individui a macchie nere, pur essendo presenti in entrambe le generazioni, mostrano una maggiore frequenza nella prima e sono più spesso di sesso maschile.
L’uovo è verde-giallastro al momento della deposizione, mentre diviene colore grigio piombo in prossimità della schiusura. Le uova vengono deposte in placche formate da diverse centinaia di elementi; esse sono parzialmente coperte con peli dell’estremità addominale della madre.

La larva neonata è lunga circa 2 mm, di colore verde-giallastro o giallo pallido; a maturità raggiunge le dimensioni di 35-40 mm e presenta una larga striscia scura sul dorso. Le larve mature sono facilmente riconoscibili per la presenza di due serie di tubercoli giallo-aranciato, i quali portano ciuffi di peli molto lunghi (10-12 mm), che non hanno proprietà urticanti. Le larve, quindi, non rappresentano un pericolo per l’uomo e per gli animali domestici.
La crisalide è di colore bruno-rossastro ed è costituita da un tessuto sericeo il quale ingloba parecchi peli della larva e, in taluni casi, detriti del suolo o dell’ambiente di incrisalidamento.

Ciclo biologico

L’ifantria compie generalmente 2 generazioni all’anno, svernando come crisalide negli anfratti della corteccia, nei sottotetti, nei solai, nelle fessure di porte e finestre.
I primi adulti sfarfallano già intorno alla terza decade di aprile, tuttavia è in maggio che si registra la massima presenza di adulti di prima generazione; il secondo volo si verifica mediamente nella seconda decade di luglio. La vita delle farfalle, che hanno di norma costumi crepuscolari e notturni, è piuttosto breve, 7-10 giorni le femmine e 3-6 giorni i maschi. Il numero degli adulti della prima generazione è di solito notevolmente inferiore rispetto a quello del secondo volo; conseguentemente, anche la popolazione larvale di seconda generazione è in genere più abbondante.

Questo spiega perché si è soliti consigliare l’effettuazione di uno specifico trattamento nei confronti delle larve di seconda generazione. Le uova vengono deposte in placche nella pagina inferiore delle foglie, prevalentemente nelle parti esterne della vegetazione. Anche le larve prediligono la presenza del sole per cui, una volta sgusciate dall’uovo, iniziano a nutrirsi delle foglie esterne per poi passare, dopo averle scheletrizzate fino a lasciare la sola nervatura centrale, alla parte interna della chioma. E’ a questo punto che le larve iniziano a tessere il nido, il quale avvolge prima poche foglie (3-5) e successivamente porzioni sempre maggiori fino ad interessare un intero ramo o più rami. I nidi siricei che compaiono sulla chioma solitamente in giugno ed in agosto, permettono una facile identificazione della presenza del fitofago.

Come si combatte

La presenza dell’Ifantria nei parchi, nei giardini e in generale sul verde pubblico, è a ragione mal tollerata, sia per motivi di ordine estetico, sia perché può pregiudicare lo stato vegetativo delle piante sia, infine, per motivi di ordine igienico-sanitario (in presenza di massicce infestazioni, oltre a cibarsi di qualunque specie arborea, le larve dell’insetto si arrampicano lungo i muri delle abitazioni, soprattutto di quelli maggiormente esposti al sole).
Per combattere efficacemente Hyphantria cunea occorre impostare una strategia di lotta integrata, comprendente cioè varie tipologie di interventi. In particolare è fondamentale:

  • Effettuare monitoraggi sulle specie particolarmente suscettibili all’insetto (gelso e acero negundo). I rilievi vanno eseguiti all’inizio di giugno ed alla fine di luglio – inizio di agosto, verificando l’eventuale presenza dei caratteristici nidi siricei sulle foglie più giovani.
  • Asportare e distruggere con il fuoco i nidi del lepidottero man mano questi si sviluppano sulla chioma. In tal modo si eliminano le giovani larve che vivono in forma gregaria all’interno dei nidi stessi; è bene intervenire quando questi sono ancora composti da 3-5 foglie.
  • Un’altra tecnica utile per abbassare il livello di infestazione del fitofago, consiste nel mettere della paglia o delle strisce di cartone ondulato attorno al tronco degli alberi infestati. In questi ricoveri artificiali l’insetto si andrà ad incrisalidare; occorrerà poi eliminare il cartone e distruggere le crisalidi prima dello sfarfallamento degli adulti.
  • Numerose specie di uccelli (tortora, cuculo, rigogolo, storno, picchio rosso maggiore) sono ottimi predatori di larve di Ifantria. Per potenziare la loro azione sarebbe opportuno installare nelle aree verdi ove sono presenti piante ospiti dell’insetto (soprattutto nei parchi e nei giardini scolastici) alcuni nidi artificiali (in numero di 5-10/ha ad un’altezza compresa tra 2 e 4 metri) e qualche mangiatoia per nutrire gli uccelli anche durante i mesi invernali.
  • Per quanto riguarda i trattamenti contro l’insetto, H. cunea è efficacemente controllata da un preparato microbiologico: Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki, innocuo per l’uomo e per gli animali, per cui è particolarmente adatto all’impiego su verde pubblico. Il trattamento deve essere effettuato quando le larve sono ancora piccole, nelle ore serali ed in assenza di previsione di piogge. Avendo una bassa persistenza (4-10 giorni) si può effettuare una seconda distribuzione del prodotto, attenendosi comunque alle indicazioni riportate in etichetta. Relativamente all’attrezzatura meccanica da utilizzare per la distribuzione del formulato, si ricorda di verificare che tutta la chioma sia irrorata in maniera uniforme, in particolare sulle parti periferiche dove le larve si localizzano più frequentemente. In genere si consiglia di intervenire con Bacillus thuringiensis contro le larve di seconda generazione (indicativamente a fine luglio – inizio agosto) e di limitarsi all’asportazione meccanica dei nidi nei confronti di quelle di prima generazione.

Collegamento a fitosanitario Regione Lombardia

 

 

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Ultimo aggiornamento: 17/10/2024, 16:37

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